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Il borgo di Casignana:
alla scoperta di tradizioni autentiche e atmosfere uniche

A 342 metri s.l.m., posto su una collina, sorge il paese di Casignana affacciato da un lato verso l’Aspromonte e dall’altro verso il mar Jonio.

Non ci sono fonti certe sulle origini del paese, alcuni vorrebbero ricollegarle alle vicende dell’antico borgo Potamìa, fondato tra il IX e il X secolo da popolazioni della costa che sfuggivano alle incursioni dei Saraceni. Intorno alla metà del XIV secolo, a seguito di un violento terremoto, parte della popolazione del borgo diede vita al paese di Casignano, nome cambiato successivamente in Casignana.

Appartenne al feudo di Bianco, di cui condivise le vicende storiche, prima con la famiglia Marullo e successivamente con il casato dei Carafa che ne mantenne il dominio fino al 1806, data di eversione della feudalità. Durante la riforma amministrativa del 1811 venne riconosciuto come comune autonomo, incluso nel Circondario di Bianco. Un secolo più tardi e più precisamente nel 1927 fu inglobato, insieme ai paesi limitrofi, nell’appena nato comune di Samo e vi rimase fino al 1946, anno in cui riacquisì la sua autonomia amministrativa.

Il terremoto del 1349 non è stato il solo a colpire questo borgo, infatti se ne annoverano altri due altrettanto violenti uno nel 1783 e uno nel 1908 che causarono notevoli danni nel piccolo paese. Nel borgo antico sono presenti i ruderi della vecchia chiesa matrice di San Giovanni Battista, con pianta a croce greca, edificata probabilmente nel XIV secolo. Oggi si può osservare ciò che rimane dell’altare e della cripta che fu prima adibita alla celebrazione dei riti sacri e poi fino al 1820, fu luogo di sepoltura dei fedeli. Nelle vicinanze è ubicato Palazzo Moscatello, caratterizzato dai suoi balconcini in ferro battuto e oggetto di un intervento di ristrutturazione e di riqualificazione che ha interessato anche altre strutture del borgo per adibirle a scopo turistico ricettivo.

Continuando il percorso si giunge alla chiesa di San Rocco, patrono di Casignana, un edificio risalente al 1773 che fu gravemente leso dal terremoto del 1783. Fu poi nuovamente danneggiato dal terremoto del 1908 e riabilitato al culto solo nel 1914. La chiesa presenta una facciata in stile romanico su cui si aprono le tre porte d’ingresso, al suo interno vi sono tre navate. L’altare maggiore in marmi policromi occupa l’abside semicircolare ed è sormontato da una statua della Vergine col Bambino circondata da due ordini di colonne corinzie. La chiesa custodisce due tele, una delle quali viene attribuita ad Antonello da Messina, che raffigurano la deposizione del Cristo e San Giuseppe. Sono presenti, inoltre, vari arredi sacri, una statua lignea di San Giuseppe e una statua lignea di San Rocco, di Scuola Napoletana, risalente al 1756.

A poco più di otto km dal paese, in località Palazzi, si trovano le vestigia della Villa Romana che fu costruita nel suo nucleo originario nel I secolo d.C. e successivamente raggiunse il suo massimo splendore nel IV secolo d.C.. Il sito archeologico è considerato dagli studiosi come uno dei più importanti di epoca romana dell’Italia meridionale e custodisce il più vasto nucleo di mosaici finora noto in Calabria. La villa, i cui resti sono venuti alla luce quasi casualmente nel 1963 durante i lavori di realizzazione di un acquedotto, oggi si presenta come un grandioso complesso esteso su circa 6000 mq che si articola con ambienti residenziali, termali e di servizio. L’intera area archeologica occupa una superficie di circa 15 ettari e sicuramente custodisce ancora altre meraviglie tutte da scoprire.

Il paese di Casignana, sospeso tra mare e montagna, offre ai visitatori anche paesaggi naturalistici di grande bellezza come ad esempio l’area del monte Varet dove è possibile godere di una splendida vista panoramica e scoprire anche qui tracce di un antico passato. Sono presenti, infatti, alcuni palmenti scavati nella roccia che erano utilizzati per la vinificazione. Queste vasche erano solitamente scavate almeno in due entità aventi funzioni diverse: nella vasca superiore si pigiava l’uva e si facevano fermentare le vinacce, mentre in quella inferiore si raccoglieva il mosto. I palmenti sono la testimonianza della produzione di vino già in età antica.

Il vitigno Greco Bianco, le cui origini potrebbero risalire all’arrivo dei coloni greci nel VII secolo a.C. che portarono i primi tralci di vite, continua ancora oggi ad essere coltivato in questo territorio e se ne ricava un ottimo passito dalle caratteristiche uniche che nel 1980 ha ottenuto il marchio D.O.C..

Casignana, con la sua storia, le testimonianze antiche e lo scenario naturale circostante, offre ai visitatori un’esperienza indimenticabile. Un viaggio in questo borgo è un tuffo nel passato, arricchito dalla calorosa accoglienza della sua comunità e dalla bellezza dei suoi paesaggi.